Giovanni Pesce ci ha lasciato

SONO ARRIVATI CENTINAIA DI TELEGRAMMI E MESSAGGI. LA FAMIGLIA PESCE RINGRAZIA TUTTI I COMPAGNI. L’ASSOCIAZIONE AICVAS ESPRIME UN GRAZIE A TUTTI.
IL NOSTRO COMANDANTE E’ UN COMPAGNO INDIMENTICABILE, PER CENTINAIA DI MIGLIAIA DI PERSONE.
IERI A PALAZZO MARINO, IL LUNGO ADDIO, STRAORDINARIO NELLA SUA TRISTEZZA E GRANDIOSITA’ . L’ARTICOLO DEL CORRIERE DELLA SERA DEL 31 LUGLIO.


COMINCIAMO DAL MESSAGGIO DEL COMPAGNO PEPE GAMERO, SINDACO DI CORBERA D’EBRE, CHE CON NOI DELL’AICVAS HA CONTRIBUITO A REALIZZARE NUMEROSE INIZIATIVE SUL TERRITORIO DI SPAGNA. DI SEGUITO ALTRI MESSAGGI E L’ARTICOLO DEL CORRIERE

Salut Ketty.
Para mi y mis compañeros es una gran pena que una persona que ha dado tanto por nuestra libertad, nos abandone.
Te ruego hagas llegar a su viuda Nori, nuestro mas sentido pesame y nuestro agradecimiento por lo mucho que nos ha dado su marido.
Tambien os quiero dar el pesame a los compañeros de Aicvas pues habeis tenido una perdida importantisima.
Un abrazo para todos.

MESSAGGIO DELL’ASSOCIAZIONE “LACONTA” – MILANO Oggi, venerdì 27 luglio 2007, ci ha lasciato per sempre, all’età di 89 anni, Giovanni Pesce.
Giovanni, per noi, è stato memoria, storia, conoscenza. Ci ha insegnato e dato tanto.
Lo ricorderemo sempre.
Un sentito e forte abbraccio a Nori e a tutti di AICVAS.
Ciao Giovanni, Chi ha compagni non muore!

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Orgoglioso di averlo conosciuto.
Circa due anni fa una piccola delegazione dei giovani dell’anpi di Carpi, aveva fatto visita al comandante Giovanni Pesce nella sua abitazione milanese. Ci aveva colpito la lucidità dei suoi racconti sull’esperienza della guerra di spagna e la Resistenza, ma ancora di più le sue parole ferme e decise in tema di revisionismo storico. Come sezione ANPI avevamo aderito alla raccolta firme perché gli fosse conferito il titolo di Senatore a vita, purtroppo la sua scomparsa avviene senza che si sia concretizzata questa proposta.
Dall’anpi di Carpi un saluto a pungo chiuso ad un vero combattente per l’Italia
Cesare Galantini Pres. ANPI Carpi

Spettabile Redazione,
Avendo appreso soltanto quest’oggi (dalla lettura dei quotidiani “La Repubblica” e “L’Unità” degli ultimi problemi di salute del compagno Comandante Giovanni Pesce

“Visone” “Ivaldi”e della sua conseguente scomparsa esprimo il mio personale cordoglio alla famiglia; alla vedova compagna Onorina “Nori” Brambilla “Sandra”, alla figlia Tiziana ed al nipote Davide.
per ricordare ed onorare degnamente il comandante “Visone” proporrei la riedizione di tutti i libri da lui realizzati (ad esempio “Senza Tregua”, “Quando cessarono gli spari”, “Il giorno della bomba” “Garibaldino in Spagna”)e della biografia “Giovanni Pesce Visone un comunista che ha fatto l’Italia” realizzata da Franco Giannantoni e da Ibio Paolucci.
Juri Tarlazzi.
RISPOSTA A JURI:
Juri garzie per il tuo messaggio. STIAMO RACCOGLIENDO TUTTI I MESSAGGI CHE DAREMO ALLA COMPAGNA NORI E A TIZIANA E DAVIDE.
PER QUANTO RIGUARDA LE RIEDIZIONI SONO GIÀ STATE FATTE, MA SARA’ NOSTRA CURA RIPRENDERE L’ATTIVITÀ DOPO LO CHOC DELLA SUA SCOMPARSA. NON SARA’ FACILE
MA ANCHE NOI, IN SUA MEMORIA, LAVOREREMO “SENZA TREGUA”.
NON LO DIMENTICHEREMO MAI.
KETTY
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Prendo viva parte al dolore dei famigliari e di tutti i compagni per la scomparsa del Comandante Giovanni Pesce, esemplare figura di antifascista, eroico combattente per la libertà in Italia e in Europa.
Bruno Segre DANIELE DOMINATO:
Addio comandante,è stato un onore per me e per altri compagni,averti avuto in corteo nel giugno del 2000 a s.margherita ligure,contro la convention dei giovani industriali,la tua vita è stata un esempio per tutti,un commosso saluto……rimane un vuoto incolmabile.
ciao

ALCUNI MESSAGGI PRIMA DELLA SUA SCOMPARSA:

Ciao comandante,
sono appena tornato dall’Ebro che ho conosciuto grazie ai tuoi articoli su memorie di Spagna (ho 35 anni)
Ho visitato Marca e fatto visita a due amici e ho visitato Pinell del Brai
Che dispiacere saperti ammalato
Spero che queste foto (FEDERICO CI HA INVIATO ALCUNE FOTO FATTE SULL’EBRO ndr)
ti diano la forza di rimetterti al posto di comando presto
Forza
un caro saluto
Federico
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Ti trasmetto i più caldi auguri di pronta guarigione
Sono certo che la tua tempra e la tua volontà si imporranno ancora una volta
A presto
Franco Scotti – Seregno

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Caro Giovanni,
apprendo in questo momento dal nostro bel sito (come sai anch’io sono un tesserato AICVAS) che attraversi problemi di salute dopo un intervento chirurgico. Ti faccio i miei auguri più affettuosi di una pronta guarigione ed un pronto ristabilimento. Con i compagni di Catania ricordiamo ancora con piacere la tua permanenza assieme a Nori e le piacevoli discussioni che abbiamo intrecciato sulla Spagna, la Resistenza ed altro ancora…In attesa di rivederci al più presto alle prossime iniziative dell’Anpi o dell’AICVAS, ti rinnovo i miei auguri ed invio a te e Nori fraterni saluti garibaldini.

Claudio Longhitano – Catania

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Cara Ketty,

Solo ora, rientrato a casa dalle ferie, posso scriverti e dire a te, con preghiera di riferire anche a Nori, tutto la mia commozione e il mio dolore per la scomparsa di Giovanni, che ho appreso troppo tardi per potere presenziare, come avrei voluto, ai suoi funerali.

Proprio di recente avevo riletto, per l’ennesima volta, il suo libro “Senza tregua”, e l’avevo fatto leggere anche ad amici. Aver conosciuto personalmente Giovanni, ed averlo potuto fare proprio in occasione del viaggio dello scorso ottobre in occasione del 70° anniversario della guerra di Spagna, è stato un onore e un piacere, e di questo devo ringraziare in primo luogo te.

Con Giovanni se ne va un pezzo fondamentale della storia italiana ed europea, una storia per molti aspetti dolorosa, segnata com’è da tragiche sconfitte politiche e sociali, soprattutto in rapporto alle vicende del movimento operaio internazionale,tuttavia una storia che, per uomini formidabili come Giovanni, che l’hanno vissuta da protagonisti, è anche una storia straordinaria, che onora chi l’ha fatta, una storia, inoltre, che a quelli come noi che ancora vi si riferiscono, continua a dare significato e passione politica e civile.
In questo senso, credo che l’approfondimento, critico e consapevole, certo, ma continuo, della storia della guerra di Spagna e della resistenza italiana ed europea al nazi-fascismo, rappresenti un impegno in primo luogo etico, oltre che politico, in un paese come il nostro dove l’unico orizzonte di senso che viene sistematicamente praticato è quello di un presente odioso e volgare, basato per di più sulla negazione o sulla falsificazione di una sia pur minima consapevolezza storica e, quindi, sulla totale assenza di responsabilità politica verso il presente e, soprattutto, verso il futuro.
Nell’impegno a superare questo stato di cose sta anche la grandezza del lascito di un uomo come Giovanni e questo, per noi, d’ora in avanti costituisce un ulteriore stimolo a proseguire la sua stessa strada, anche per onorarne coerentemente la memoria. Agli uomini e alle donne delle Brigate Internazionali e della Resistenza che non sono più si aggiunge ora anche Giovanni. A quelli che restano e che si richiamano a quegli uomini e a quelle donne, spetta perciò una responsabilità ulteriore.

Un abbraccio a Nori, un caro saluto a te. A presto

Giorgio Mangini

DAL CORRIERE DELLA SERA :

Presenti anche Angius, la Pollastrini, Ferrero, Migliore e Russo Spena Bertinotti: «Nelle scuole la storia di Pesce» Tanta gente a Palazzo Marino per dare l’ultimo saluto al partigiano. Moratti: «Ci ha insegnato cos’è la libertà, sarà seppellito al Famedio»

Ultimo, caldo saluto di Milano a Giovanni Pesce, il comandante partigiano morto venerdì a 89 anni. Circa mille persone hanno partecipato alla cerimonia funebre a Palazzo Marino, tra loro il presidente della Camera Fausto Bertinotti, il vicepresidente del Senato Gavino Angius, il ministro per le Pari opportunità Barbara Pollastrini, il ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero e i capigruppo del Prc a Camera e Senato, Gennaro Migliore e Giovanni Russo Spena. C’erano poi i compagni di una vita: la moglie Ombrina, sua staffetta partigiana sposata nel 1945, la figlia, gli amici dell’Associazione nazionale partigiani. La sala Alessi, messa a disposizione dal Comune, dove Pesce è stato consigliere del Pci, non è riuscita a contenere tutti e molti sono rimasti in piazza della Scala. Da lì hanno applaudito quando il sindaco ha detto di voler proporre per il comandante «Visone» la tumulazione al Famedio, dove riposano i milanesi illustri. E quando la bara è uscita l’hanno accolta sventolando decine di bandiere rosse, salutandola con il pugno chiuso e le note di «Fischia il vento» alternate a «Contro il fascismo e la violenza, ora e sempre resistenza». Fra i messaggi lasciati sul registro delle presenze, tanti hanno voluto ricordare il suo passato da partigiano con frasi come: «Grazie Giovanni per la libertà che ci hai dato».
NELLE SCUOLE
La vicenda di Giovanni Pesce dovrebbe essere raccontata in tutte le scuole d’Italia. Lo ha detto Bertinotti durante la commemorazione, tutti i presenti hanno applaudito calorosamente.
«Sarkozy ha detto di voler far leggere il primo giorno di scuola in tutta la Francia la lettera di un giovane comunista ucciso dai nazisti. Io vorrei che ogni scuola italiana raccontasse almeno una parte della storia di Giovanni Pesce» ha spiegato il presidente della Camera. Uno degli aspetti su cui Bertinotti si è soffermato è stata l’esperienza fatta in miniera in Francia da bambino. «Due cose allora hanno colpito Pesce – ha detto -: il senso di appartenenza ai musi neri e la paga guadagnata con la fatica, segno di sfruttamento ma anche di possibile emancipazione». Un’esperienza che ha messo Pesce non solo «dalla parte della libertà ma anche della giustizia sociale».
DALLA SPAGNA – «Ultimo combattente antifranchista, testimone del primo esercito mondiale per la liberazione dell’umanità, grazie»: è questo uno dei messaggi lasciati da chi è venuto a rendere omaggio per l’ultima volta a Giovanni Pesce. Fra di loro c’è Ana Perez, in rappresentanza dell’associazione volontari di Spagna, che è venuta da Madrid per dire addio al comandante che ancora minorenne combatté in Spagna contro il franchismo. «Era imprescindibile venire – ha detto -, un modo per esprimere la gratitudine e il rispetto degli spagnoli verso chi ha difeso la libertà».
FAMEDIO – «Il suo è stato un impegno concreto, prima nella lotta al nazifascismo e poi nella la ricostruzione civile, un impegno che ha svolto anche come consigliere comunale di Milano. Ha trasmesso questi valori di libertà e democrazia anche nei suoi libri. Pesce ci ha insegnato che la libertà non è un dono ma si deve conquistare ogni giorno e per questo proporrò alla giunta di Milano che sia tumulato al Famedio» ha detto Letizia Moratti. Dal canto suo l’assessore comunale ai Servizi civici, Stefano Pillitteri, ha detto che la conferma si avrà dopo l’estate. «Personalmente credo che il comandante Pesce sia meritevole di riposare al Famedio – ha detto -. Ma per questo c’è una procedura da rispettare, con un passaggio nella commissione preposta». E la prossima volta la Commissione, ha spiegato, si riunirà a settembre.
MINATORE IN FRANCIA – Pesce, che aveva 89 anni, si era iscritto giovanissimo al Pcf francese essendo immigrato in Francia, dove lavorava come minatore. Combattè in Spagna nelle Brigate Internazionali durante la guerra civile e rimase ferito. Quindi, durante la Resistenza, rientrò in Italia e fu comandante dei Gap a Torino e a Milano. Iscritto da sempre al Pci, dopo la svolta della Bolognina aveva aderito a Rifondazione Comunista. Pesce, il cui nome di battaglia era «Visone» era sposato con Norina Brambilla, la «compagna Sandra» che aveva conosciuto durante la guerra partigiana. Fu uno dei discorsi a Parigi di Dolores Ibarruri, la «Pasionaria», a convincere Giovanni Pesce della necessità di arruolarsi nelle Brigate Internazionali.
FERITO E ARRESTATO – Nel 1936 fu uni dei primi combattenti italiani inquadrati nelle Brigate Garibaldi. In Spagna venne ferito tre volte: sul fronte di Saragozza, nella battaglia del Brunete e al passaggio dell’Ebro. Pesce aveva ancora nella schiena alcune schegge. Rientrato in Italia nel 1940, venne arrestato e inviato al confino a Ventotene. Liberato nell’agosto del 1943, fu uno degli organizzatori del Gap di Torino e nel maggio del 1944 assunse il comando a Milano, fino al giorno della liberazione, del terzo Gap «Rubini». Dal 1951 al 1964 è stato consigliere comunale a Milano per il Pci e fin dalla sua costituzione membro del Consiglio nazionale dell’Anpi. Molti i libri pubblicati sulla figura del comandante «Visone»; tra questi «Un garibaldino in Spagna» e «Senza tregua. La guerra dei Gap».
31 luglio 2007