Mar. Dic 3rd, 2024

25 – 30 ottobre 2001.
Con Giovanni Pesce, dopo 65 anni, una folta delegazione italiana.
Ketty Carraffa  –  Redazione

CINQUE GIORNI NON SOLO DI RICORDI: I GARIBALDINI E LE BRIGATE INTERNAZIONALI DELLA GUERRA CIVILE SPAGNOLA, ANCORA DALLA PARTE DELLA LIBERTA’

di Ketty Carraffa

C’è chi va in Spagna e propone “tiritere” antidemocratiche e il suo eterno disgusto per la parola (e per le persone) comuniste, mettendo a disagio persino gli alleati politici in loco (vedi Berlusconi durante un incontro recente con Aznar) e, c’è invece chi ritorna dopo 65 anni sul suolo spagnolo come eroe internazionale, fiero di chiamarsi e di farsi chiamare ancora comunista o anarchico o semplicemente repubblicano: i combattenti delle Brigate Internazionali che nel ’36 scelsero di lasciare le loro terre natie per cacciare il vero spettro (che ancora si aggira per l’Europa): il fascismo, per difendere la democrazia e la giustizia in pericolo.

Con il comandante partigiano Giovanni Pesce, che nel ‘36 a soli 17 anni partì per la Spagna con molti altri italiani (la Brigata Garibaldi) per raggiungere l’esercito repubblicano spagnolo, una delegazione di 30 persone, tra familiari dei combattenti, studiosi, storici e giornalisti, ha ripercorso il tragitto della memoria e delle battaglie tenute sul suolo di Spagna dal 36 al 39, per ricevere, ancora una volta, l’insegnamento civile dell’umanità di quei leggendari volontari. A Madrid, durate i sei giorni di visita in programma, la nostra delegazione si è aggiunta a quella internazionale (più di quattrocento partecipanti provenienti da tutto il mondo) invitati a partecipare alle iniziative in suo onore, dall’ABI, l’associazione di amicizia delle Brigate Internazionali di Spagna. Gli incontri con le istituzioni locali, (in moltissimi casi, governate dalla destra), hanno avuto un carattere altamente celebrativo e talvolta pomposo e retorico, ma la cosa che più ci ha colpito è che ai “Brigatisti” è stata riconosciuta l’importanza della loro esistenza e delle loro lotte, anche se realizzate dalla parte opposta e per essere comunque, anche come ultimi testimoni, parte integrante e importante, della Storia.

Oltre agli incontri “istituzionali” con il Segretario generale del partito Comunista spagnolo, Francisco Frutos, con il segretario del partito Socialista Josè Luis Rodriguez Zapatero, con i sindacati (che hanno organizzato proiezioni video e allestimenti di mostre fotografiche), con l’Asamblea de Madrid (la sede del Parlamento Regionale), che ha organizzato un’accoglienza maestosa, alla presenza dei deputati di tutti i partiti dell’arco costituzionale, i “Brigatisti”, sempre con spostamenti compatti, seppur molto complicati, sono stati omaggiati e hanno ricevuto gli onori in ogni situazione di “visita” organizzata. I luoghi che più hanno evocato i ricordi e

hanno trasmesso emozioni, sono stati: le colline nei pressi di Madrid dove i repubblicani riuscirono a fermare i franchisti e la città di Arganda, nella valle del Jarama, dove l’intera delegazione “sbarcata” dai numerosi pullman, è stata ricevuta dal sindaco nella piazza del Comune dove è stata scoperta una lapide e dove, sostando sul ponte d ferro ancora intatto dai tempi della guerra civile, ha intonato le canzoni ormai mitiche dei combattenti di Spagna. L’eco sonante dell’Internazionale, cantata da tutti, ognuno con la propria lingua d’origine, ha avuto il potere di unire, ancora una volta, lo spirito “globale” di libertà, in un luogo che fu teatro di sanguinosi scontri e dove numerosissimi volontari persero la vita.

Giovanni Pesce, come rappresentante della delegazione italiana, ha pronunciato il suo discorso dinanzi al monumento alle Brigate Internazionali nella valle del Jarama, portando il suo saluto e di coloro che per ragioni di salute o perché ormai scomparsi, non hanno potuto essere presenti alle celebrazioni del 65° anniversario. La Brigata statunitense “Abramo Lincoln” con la sua delegazione foltissima ha galvanizzato ed emozionato la serata di “gala” organizzata nella sede della TV spagnola con presenti numerosi artisti “di sinistra” che hanno portato il loro saluto, recitando brani dai discorsi della “Pasionaria” o intonando canzoni di lotta antiche e nuove. Il portavoce della brigata statunitense è intervenuto con un appello entusiasmante contro la guerra in Afghanistan e contro l’atteggiamento del Presidente Bush, esaltando la platea con le canzoni scritte da Peter Seger e ricordando per chi: “parla solo male degli americani”, figure come Ernest Hemingway con il suo apporto culturale alla guerra di Spagna, gli oltre 2.800 volontari degli Stati Uniti che, tra studenti, poeti e artisti, persero qui le loro giovani vite e chi, tornato sano e salvo a casa, negli anni ’50, ai tempi del Generale McCarthy, dovette anche subire la persecuzione della “caccia alle streghe”. Onore al merito e alla loro grande coerenza. L’intera delegazione ha deposto corone al cimitero di Fuencarral, dove vi sono i monumenti dedicati a tutti gli eroi di Spagna, oltre che alla Brigata Garibaldi e ha avuto anche modo di visitare il “Guernica” di Picasso, stabile (che non si potrà mai spostare, secondo il volere del maestro) presso il Museo Reina Sofia di Madrid e simbolo della malvagità di questa e di tutte le guerre, e di sostare al suo cospetto con una “visita particolare”, organizzata e “chiusa”, solo per i volontari di Spagna. Si è anche tenuto, nei giorni della nostra visita, presso l’Università di Castilla la Mancha, ad Albacete, il 2° Foro Internacional sobre las Brigadas Internacionales, organizzato dal Centro Studi e documentazione delle Brigate Internazionali, dove i moltissimi aspetti legati agli anni della Guerra, sono stati discussi e valutati in interessantissime tavole rotonde, da ogni punto di vista: la stampa, la cinematografia, la letteratura e le testimonianze personali. Inoltre sono state inaugurate, in una Mostra allestita presso il Museo Municipal de Albacete, molte immagini rarissime, recuperate con un grande lavoro di ricerca e di passione storiografica. L’omaggio ai volontari di Spagna e il ricordo delle loro lotte, fortunatamente non sono caduti nell’oblio, nei loro discorsi e nelle loro confidenze, raccolti nelle giornate di Madrid, si coglie l’invito, che poi è una richiesta ben precisa dalle parole di Vincenzo Tonelli, italiano che sta a Tolosa: “Ragazzi, non abbandonate mai la lotta, le nostre esperienze e il nostro sacrificio non pretendono di “insegnare”, ma possono, però, suggerire dei comportamenti. La nostra vita è stata segnata dalla ricerca della libertà. Portate avanti questo impegno per noi”.

Non credo che le emozioni provate in un viaggio come questo siano ripetibili e non credo che altri come chi ha combattuto per la libertà dagli oppressori possa essere così fiero di far parte dell’umanità.

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