LA CRONOLOGIA – Dal 18 luglio 1936 ….
PIETRO RAMELLA – 11/06/2002
LA GUERRA CIVILE 1936
18 luglio
La rivolta inizia con alcune ore di anticipo rispetto al previsto nelle città del Marocco e grazie all’appoggio determinante del “Tercio” gli insorti hanno ragione dei militari lealisti e dei militanti delle organizzazioni di sinistra. Nel frattempo Franco prende il controllo delle Canarie e lancia un proclama alla nazione: “l’Esercito si è assunto il glorioso compito di salvare la Spagna dalla sovversione e dall’anarchia”, quindi vola in Marocco e assume il comando dell’Esercito d’Africa. Nella calda mattinata radio Ceuta trasmette la frase in codice: “Su tutta la Spagna il cielo è senza nubi”.è il segnale dell’ “alzamiento” nelle guarnigioni della penisola. Il 95% degli ufficiali fa causa comune con i sediziosi trascinando con se l’80% dei soldati. La Guardia Civil nella sua quasi totalità e il 50% delle “Guardias de Asalto” si uniscono ai rivoltosi. Nella proporzione dal 75 al 90% gli alti funzionari dei ministeri, delle amministrazioni locali, delle imprese industriali fanno altrettanto. Il governo tenta di bloccare la sollevazione facendo ricorso alle procedure consentite dalla Costituzione ed ordina alle navi da guerra (la flotta era rimasta fedele in quanto gli equipaggi avevano sopraffatto gli ufficiali che volevano aderire alla rivolta) di presidiare lo stretto di Gibilterra così da contenere la ribellione in Marocco e nelle Canarie. In ogni caso non autorizza la distribuzione di armi al popolo come pretendono le organizzazioni di sinistra. La rivolta ha successo nella Galizia, Léon, Vecchia Castiglia, Navarra ed nord dell’Estremadura e parte dell’Aragona, per cui i ribelli controllano i centri di La Coruña, Valladolid, Salamanca, Burgos, Pamplona, Cáceres , Saragozza e Huesca. Occupano inoltre le principali città dell’Andalusia: Cadice, Siviglia, Granada e Cordoba, di vitale importanza per il prosieguo delle operazioni in quanto le loro forze più efficienti sono concentrate in Marocco.
19 luglio
Scontri di Barcellona. Le truppe ribelli uscite dalle caserme puntano verso la Piazza de Cataluña, ma sono bloccate dai lavoratori, in prevalenza anarchici, e dalla Guardia Civil, rimasta fedele al governo, caso quasi unico in Spagna e devono ritirarsi. Viene catturato il generale Goded, capo dei rivoltosi, che è obbligato a leggere alla radio un appello in cui invita i suoi a deporre le armi. André Malraux racconterà ne “L’Espoir” la dinamica dei combattimenti, in cui muore l’esponente anarchico Francisco Ascaso.
20 luglio
Muore in un incidente aereo in Portogallo il generale Sanjurjo, capo designato della rivolta. José Giral, nominato Primo Ministro, ordina di distribuire le armi al popolo, fatto che a Madrid consente ai lealisti di stroncare la rivolta con la conquista della caserma Montaña, centro operativo della ribellione. Pablo Neruda, il grande amico della Spagna, cantò l’epica vittoria delle forze popolari con la poesia “Madrid 1936”.
1 luglio
A Madrid il Partito Socialista costituisce i battaglioni “Largo Caballero” e “Octubre”, del quale è nominato comandante Fernando De Rosa. Vittorio Vidali organizza per il Partito Comunista il Quinto Reggimento, unità di elite dell’esercito spagnolo, che formò alcuni dei capi più validi come Enrique Lister, un tempo cavapietre, e Jaun Modesto, ex taglialegna. A Barcellona gli anarchici costituiscono diverse colonne: “Tierra y Libertad, Ascaso, Roya y Negra, Durruti…”. Il P.O.U.M. (Partido Obrero de Unificación Marxista) forma la colonna “Lenin”. Alcune di esse partono per l’Aragona per riprendere Saragozza e Huesca . Il generale Queipo de Llano che si era impadronito del centro di Siviglia alla testa di soli 130 uomini con un colpo di mano riceve in rinforzo reparti del “Tercio” con i quali attacca i quartieri operai. Il massacro che ne segue è orribile, i legionari spingono per strada tutti gli uomini poi li uccidono a colpi di baionetta. La parte bassa del quartiere di Traina viene rasa al suolo a cannonate. Dopo di che il generale inizia alla radio una serie di trasmissioni notturne piene di volgari ed incoerenti smargiassate e minacce di sterminio contro le famiglie dei “rossi” e di goffe esaltazioni delle capacità sessuali dei legionari, che lo rendono famoso in tutta Europa. In risposta Rafael Alberti compone la poesia “Radio Sevilla”.
24 luglio
I faziosi costituiscono a Burgos la Giunta di Difesa Nazionale (J.N.D.). I governi di Roma e Berlino dichiarano la loro disponibilità a sostenere la rivolta.
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