Cronaca della Marcia in ricordo della battaglia della Valle del Jarama (febbraio 1937 – febbraio 2019)

Venerdì 21 febbraio si è svolta l’annuale manifestazione in ricordo della battaglia del Jarama. che si è svolta ottantatre anni fa, nel febbraio del 1937; nel corso della battaglia le Brigate Internazionali giocarono un importante ruolo bloccando l’offensiva franchista verso Madrid.
I partecipanti sono partiti da Madrid ed hanno fatto una prima sosta a Miralrío, in comune di Rivas Vaciamadrid, per un omaggio al poeta ed attivista antifascista irlandese Charlie Donnelly, caduto il 27 febbraio su quel fronte durante l’assalto al monte Pingarrón. Poi il gruppo si è diretto a Tarancón, dove ha reso omaggio agli scozzesi caduti durante la battaglia del Jarama e sepolti nel cimitero della città assieme ai repubblicani spagnoli vittime della repressione franchista. La manifestazione è stata presieduta da Mike Arnott, rappresentante in Scozia della Brigata internazionale delle brigate britanniche, e da Almudena Cros presidente dell’Associazione degli amici delle brigate internazionali (AABI). Era presente anche una delegazione canadese guidata da Pamela Vivian e suo fratello James (Brigata Mackenzie Papineau) ed una statunitense. Alla cerimonia era presente anche Luigi Riva, attivissimo socio dell’Aicvas. Máximo Molina presidente ed instancabile attivista dell’Associazione di Recupero della Memoria Storica di Cuenca, ha condotto i partecipanti in un percorso sui luoghi storici di Tarancón legati alla guerra civile, in particolare luoghi di rifornimento, riparo, le tracce dei bombardamenti subiti dalla città ed infine l’ospedaletto per i feriti delle Brigate Internazionali dichiarato di recente Patrimonio Storico dalla Giunta di Castilla – La Mancha. La manifestazione è terminata con un offerta floreale al monumento dedicato alle vittime della guerra presente al cimitero.

Sabato 22 febbraio una giornata piena di sole ha accolto centinaia di amici e compagni (per alcuni un migliaio) che hanno partecipato alla marcia annuale, la XIII^, sui luoghi della battaglia del Jarama. L’atmosfera era magnifica. Molti giovani e bambini, insieme ai quasi
100 visitatori dall’estero (in particolare irlandesi e britannici), sono stati accolti da un mare di bandiere e da vero spirito antifascista. La carovana è partita da La Boyeriza de San Martín de la Vega ed ha raggiunto il ponte di Pindoque, uno dei tre ponti sul fiume Jarama dove ottantatré anni fa si è svolta la battaglia. Miguel Ángel García ha raccontato il contesto storico di quelle vicende, in particolare ricordando gli avvenimento tra 10 ed 11 febbraio 1937 attorno al ponte di Pindoque, difeso dal battaglione franco-belga, che in quella occasione ha subito forti perdite. Sul ponte di Pindoque ha parlato anche Nicolás Berzal, un veterano comunista di Segovia che nonostante i suoi 98 anni ha partecipato alla marcia. Alla fine, una rappresentanza del Partito Socialista della zona ha posto una corona in omaggio alle Brigate Internazionali e a tutti i combattenti antifascisti.

Alla fine della marcia i partecipanti si sono recati all’Auditorium municipale di San Martín de
la Vega, dove il Consiglio Comunale, che ha partecipato alla marcia di quest’anno, aveva preparato uno spazio per rendere omaggio ai combattenti ed ai caduti. Tra questi combattenti c’era anche Virgilio Fernández, un membro della squadra di salute del battaglione Dombrowsky, che ci ha lasciato di recente, poco prima del suo 101 ° compleanno. A lui è stata dedicata anche questa marcia, alla quale ha partecipato la vedova Estela Cordero, espressamente giunta dal Messico. Un pranzo “di fraternità” organizzato dal comune di San Martín de la Vega e la musica del gruppo Reina Roja hanno chiuso una emozionante giornata di ricordi e impegno antifascista.

Alle due giornate di manifestazione ha partecipato come abbiamo ricordato Luigi Riva, attivissimo socio dell’Aicvas, e per questo lo ringraziamo. Luigi ha avuto modo di sventolare durante la marcia la bandiera del battaglione Garibaldi, che ha combattuto quella battaglia in prima linea nella difesa del ponte di Arganda.

Marco Puppini