INIZIATIVA SU GIUSEPPE MARCHETTI “VINET”, COMBATTENTE ANTIFASCISTA SENZA FRONTIERE

Il prossimo 15 aprile alle ore 18:00

presso SPAZIO AREF- Piazza della Loggia 11/f – Brescia

sarà presentato il volume

Seguendo un ideale. Giuseppe Marchetti “Vinet” combattente antifascista senza frontiere, di Marco Puppini (Ed. Odradek, 2022).

Iniziativa a cura di Rinaldo Capra.

Jorge Torre Santos, redattore della rivista “Spagna Contemporanea” e docente presso il Dipartimento di Discipline Umanistiche, Sociali e delle Imprese Culturali dell’Università di Parma, dialoga con l’autore.

L’ultimo libro edito dall’Associazione Italiana Combattenti Volontari Antifascisti di Spagna – Aicvas è la biografia, scritta da Marco Puppini, di Giuseppe Marchetti, attivista comunista negli anni Trenta in mezza Europa, combattente di Spagna nella Centuria Gastone Sozzi e poi responsabile del Servizio Informazioni Militari con incarichi di polizia e controspionaggio, partigiano in Francia, espulso dalla Francia nel dopoguerra ed in seguito per molti anni archivista e segretario dell’Aicvas. Unita alla biografia vi è un’ampia relazione, scritta dallo stesso Marchetti intitolata “La rivolta dei generali spagnoli” e frutto probabilmente di un lavoro collettivo, dell’esperienza militare cui egli ha partecipato nelle file della Centuria Sozzi in Spagna e dei compagni che ne hanno fatto parte. Chiude la relazione un elenco di nomi di italiani che della Centuria avevano fatto parte.

La prefazione è del presidente dell’Aicvas, Italo Poma, che ricorda Marchetti per il ruolo importante giocato nella vita dell’Associazione.

Giuseppe Marchetti nasce nel 1906 a Varmo, un piccolo comune della pianura friulana, nell’estremo nord – est italiano e immediata retrovia del fronte durante la prima guerra mondiale, comune che conosce un breve ma fortissimo momento di lotte sociali nel 1920. Dal mese di aprile 1926 all’aprile 1929 è in Africa del nord, in Libia, per il servizio militar di leva. Subito dopo il congedo, nell’agosto del 1929, emigra con passaporto regolare in Belgio. Entra in questi anni in contatto con le organizzazioni comuniste. A Flémalle inizia l’attività con la Gioventù Comunista, gruppi di lingua italiana assumendo incarichi di responsabilità. Con lui, sono attivi molti compagni italiani quasi tutti giovani che avevano vissuto il momento rivoluzionario del primo dopoguerra e poi le feroci rappresaglie fasciste, spesso colpiti da espulsioni e rappresaglie. Alcuni di loro andranno con lui in Spagna. Nel giugno 1931, poco dopo il suo arrivo, Marchetti è nominato segretario nazionale della Gioventù Comunista del Belgio. Arrestato quell’anno è trasferito in vagone cellulare al carcere di Orlon alla frontiera del Lussemburgo. Dal Lussemburgo arriva però subito in Svizzera e si stabilisce a Basilea. Anche in Svizzera Marchetti continua la sua attività con la Gioventù Comunista assieme ad altri compagni italiani arrivati in quel periodo dopo aver passato mille avventure e traversato molte frontiere. Diviene anche responsabile del Patronato pro Vittime del Fascismo.

Nel 1936 scoppia la fallita ribellione militare contro la Repubblica spagnola che dà inizio alla guerra. Marchetti è tra i primi ad accorrere e si arruola nella Centuria Gastone Sozzi, formazione militare italiana organizzata dai comunisti prima della formazione delle Brigate Internazionali. Combatte in settembre sul fronte di Madrid. In seguito inizia a svolgere “incarichi speciali”, ovvero un lavoro politico e di controspionaggio, nelle delegazioni delle Brigate. E’ spostato alla base di Figueras, che “filtrava” i volontari appena giunti sul suolo spagnolo dalla Francia. Nel 1938 è richiamato alla Base delle Brigate Internazionali con mansioni direttive in seno al Servicio Información Militar – SIM, il servizio di polizia militare creato a fine ottobre 1936 in seno alle Brigate Internazionali. Come responsabile del SIM, Marchetti, con il falso nome di “Alfredo Vinet” ed una falsa identità spagnola, conduce l’importante inchiesta sugli abusi commessi dal francese Marcel Lantez, comandante del carcere destinato agli uomini delle Brigate Internazionali responsabili di diserzione ed altri reati, situato nel castello di Castelldefels.
L’inchiesta, coraggiosa, confermava le accuse contro Lantez ed i suoi collaboratori, che sono disarmati, arrestati ed infine condannati. I prigionieri vengono liberati ed indirizzati ai vari reparti militari cui appartenevano.

Nel febbraio 1939 Marchetti esce dalla Spagna con i resti delle Brigate Internazionali ed alcune centinaia di migliaia di profughi civili, e finisce internato nel campo di concentramento di Argèles. Da qui evade e raggiunge Parigi dove è curato alla Maison du Blessé, perché sofferente di malattia polmonare, e poi ad Eaubonne, a spese dell’Ambasciata della Repubblica spagnola in Francia. Con l’invasione della Francia da parte dei nazisti, nel giugno 1940, si sposta da Parigi verso sud dove si stava ricostituendo il Centro Estero del PCI. Inizia a lavorare in qualità di Agente P1 dal 1 marzo 1941 per la rete Bertaux, gruppo autonomo partigiano formatosi a Tolosa. Dopo la caduta della rete Bertaux lavora sempre a Tolosa col movimento “Libérer et Fédérer”. In seguito si unisce alla 35^ brigata “Valmy” guidata da Marcel Langer, unità combattente che faceva parte della rete degli FTP MOI (Francs Tireurs et Partisans – Maine Ouvre Immigrée) le formazioni militari organizzate dal Partito Comunista francese. La brigata era composta oltreché da francesi, anche da uomini e donne di tutte le nazionalità, esuli italiani, spagnoli, polacchi, reduci delle Brigate Internazionali e lavoratori immigrati che in precedenza si trovavano organizzati nel MOI. All’inizio del 1944 anche nella regione di Tolosa si formano le FFI (Forces françaises de l’intérieur) che riuniscono varie formazioni di diverso colore politico. Marchetti risulta arruolato nelle FFI, gruppo “Philip” della Haute Garonne dal 1° gennaio 1943 ed è probabile abbia partecipato a tutte le azioni del gruppo tra cui la tentata, ma purtroppo fallita, evasione di centinaia di partigiani detenuti nelle carceri situate nell’antica abbazia benedettina di Eysses del febbraio 1944. In agosto una divisione delle FFI agli ordini di Serge Asher “Ravanel” libera la città di Tolosa. Le formazioni si scioglieranno dopo qualche mese; Marchetti resta inquadrato nelle FFI sino al 31 dicembre 1944.

Nel dopoguerra si stabilisce a Montaubàn, qui è corrispondente del periodico “Italia Libera” edito dal Comitato Italiano di Liberazione Nazionale ed è segretario del medesimo Comitato. È pure segretario dell’Associazione ex garibaldini e volontari italiani nell’Armata francese. Nell’ottobre 1950 Marchetti ed un compagno vengono arrestati ed espulsi dalla Francia. Nel luglio 1951 risulta pertanto residente in Italia, a Milano, inabile al lavoro ed in difficoltà economiche. In seguito si trasferisce a Roma dove lavora come amministrativo in un Istituto Tecnico e dove per decenni svolge attività come archivista e segretario dell’Aicvas. Sue sono le “schede Marchetti”, presenti nell’archivio dell’Aicvas, che ogni studioso dei combattenti italiani non può ignorare.

Alla biografia è stata allegata una ampia relazione intitolata “La rivolta dei generali spagnoli” sulle vicende vissute dalla Centuria Gastone Sozzi. La Centuria era stata creata su iniziativa delle organizzazioni comuniste italiane prima dell’intervento diretto nella guerra dell’URSS e della formazione delle Brigate Internazionali. Raccoglieva quasi un centinaio di italiani ed alcuni combattenti stranieri. Combatte sul fronte di Madrid subendo molte perdite e dando un esempio di efficienza e disciplina militare dai primi di settembre 1936 sino alla fine di ottobre, quando viene incorporata nel battaglione Garibaldi, della XII^ Brigata Internazionale. I fatti sono raccontati dall’interno, da chi li aveva vissuti in prima persona. Sulla Centuria esiste una bibliografia molto scarsa, e molte delle vicende di cui è stata partecipe sono tuttora molto poco conosciute. Chiude la relazione un elenco di nomi di italiani che della Centuria avevano fatto parte.

Marco Puppini.

Ingresso libero con prenotazione consigliata:

info@aref-brescia.it