Quella di Antonio Cieri, nato a Vasto nel 1898, è stata una vita travagliata e intensa. E come quella di molti altri lavoratori antifascisti e anarchici è stata un’esistenza oscurata prima dal regime fascista e poi, per molti decenni, dall’Italia democratica. Solo negli anni Ottanta, Paolo Tomasi – giornalista indipendente – si interessò alla sua figura, partendo da quello che si diceva di lui negli ambienti delle osterie popolari dell’Oltretorrente. Pezzo dopo pezzo, così, ne ricompose il percorso esistenziale e politico di uomo dalle tante città e, soprattutto, dalla forte coerenza e moralità.
Combattente nella Grande guerra, durante la quale ottenne una decorazione al valore, trovò lavoro nelle Ferrovie dello Stato come disegnatore tecnico. Negli ambienti operai di Ancona, dove era impiegato, trovò le ragioni della sua adesione al movimento anarchico, di cui divenne presto un elemento di riferimento, soprattutto dopo la sua esperienza nella rivolta del giugno 1920. Proprio per punirlo della sua attività “sovversiva”, fu trasferito a Parma, dove non ebbe difficoltà ad entrare in contatto con la rete antifascista degli Arditi del popolo di Guido Picelli. Durante i giorni delle Barricate dell’agosto 1922, fu lui a guidare la resistenza nel rione popolare del Naviglio, dove si consumarono gli scontri più duri.
In seguito, su pressione delle autorità di governo, ormai controllate dal Partito fascista, fu presto licenziato dalle ferrovie e, nel 1925, costretto ad espatriare con la famiglia a Parigi. Qui, insieme a Camillo Berneri e altri, si attivò per riprendere le pubblicazioni di “Umanità Nova” e ricostruire le file del movimento anarchico. Nell’estate 1936, lasciando i figli in Francia, partì per combattere in difesa della repubblica spagnola, dove morì combattendo il 7 aprile 1937.
Per ricordarne la figura, a 85 anni dalla scomparsa, giovedì 7 aprile, alle ore 17, l’Associazione Italiana Combattenti Volontari Antifascisti di Spagna, il Centro studi movimenti, il Gruppo Anarchico Cieri e l’Unione Sindacale Italiana hanno organizzato un’iniziativa in borgo del Naviglio, nella piazzetta dell’Avèrta. Dopo i saluti di Alberto Bonora (Aicvas Parma) e Emilia Arisi (Gruppo anarchico Cieri), le vita dell’anarchico abruzzese saranno ricostruite da Massimiliano Ilari (Usi Parma) e da William Gambetta e Marco Severo (entrambi ricercatori del Centro studi movimenti). A intervallare i loro racconti saranno le letture sceniche di Simone Baroni e le musiche di Francesco Pelosi.
In caso di maltempo l’iniziativa si svolgerà sotto i portici di borgo delle Colonne.