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José Almudéver Mateu, già volontario dell’Esercito Popolare Repubblicano e delle Brigate Internazionali durante la guerra di Spagna, è morto a centouno anni a Pamiers, in Francia, lo scorso 23 maggio.

Nato a Marsiglia da famiglia spagnola di Valenza, proprietaria di un circo, rientrata pochi anni dopo in Spagna, aveva trascorso la gioventù ad Alcásser, paese contadino di quattromila abitanti della regione valenzana. Un ambiente ricco di socialità e vita di relazione, vita che si era incanalata presto in direzione delle associazioni politiche nel momento dell’avvento della seconda Repubblica.

All’inizio della guerra civile si era arruolato, ancora troppo giovane (non aveva compiuto i diciotto anni) nell’esercito repubblicano combattendo sul fronte di Teruel con il Battaglione Pablo Iglesias. Ferito, dopo la guarigione era stato inquadrato nella Batteria Rosselli, che faceva parte del Gruppo Artiglieria Internazionale, impegnata sul fronte del Levante. La Batteria era comandata da italiani, e Almudéver ricordava bene il commissario politico Lino Marega ed altri combattenti.

José era riuscito a rientrare in Francia nel 1939 ma poi era rientrato in Spagna per proseguire la lotta. Non era stata una scelta fortunata: era stato arrestato nella tragica trappola di Alicante, e poi detenuto nei campi di los Almendros e Albatera, più tardi nel carcere di Portaceli, al Carcere Modelo di Valencia e ad Aranjuez. Una volta liberato, aveva operato con la guerriglia antifranchista tra 1944 e 1947, sfuggendo un ulteriore arresto e rifugiandosi nuovamente in Francia.

Una memoria di ferro ed una salute parimenti buona, José ha voluto ricostruire con un linguaggio molto fresco e diretto la sua vita e dire la sua sulla guerra di Spagna in un libro uscito nel 2015 che ha conosciuto due edizioni spagnole ed è stato tradotto anche in italiano e pubblicato nel 2017 con il contributo dell’Aicvas: La Repubblica tradita. Memoria di un miliziano e brigatista internazionale alla Guerra di Spagna. Facendo un bilancio delle vicende vissute, con questo libro José ha voluto affermare con grande decisione che la guerra del 1936 – 1939 non fu una “guerra civile”, una guerra combattuta tra spagnoli, ma un’aggressione internazionale alla Repubblica. Ma anche, come lo
stesso titolo dimostra, ha inteso ribadire la sua convinzione che la Repubblica perse a causa della politica di non – intervento che la privò delle armi indispensabili per vincere. Alcuni di noi hanno avuto la fortuna di incontrarlo e parlare con lui durante i numerosi viaggi in Spagna cui ha partecipato, oppure alla presentazione del suo libro al festival di Fosdinovo.

L’Aicvas porge le più sentite condoglianze ai familiari, compreso il fratello Vicente, ex combattente dell’Esercito repubblicano spagnolo.

Marco Puppini

Di admin