AICVAS presa di posizione RISOLUZIONE PARLAMENTO EUROPEO

AICVAS
Associazione Italiana Combattenti Antifascisti di Spagna

24 settembre 2019

Comunicato sulla Risoluzione del Parlamento Europeo del 19 settembre 2019 –  PDF

Leer versión en españolLire la version française

Il 19 settembre 2019, il Parlamento Europeo ha approvato a maggioranza (535 voti a favore, 66 contrari, 52 astenuti) la Risoluzione “Importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa”. L’Aicvas – Associazione Italiana Combattenti Antifascisti di Spagna- denuncia le numerose e gravi inesattezze proprio dal punto di vista della memoria storica contenute nel documento, pieno di omissioni e infarcito di affermazioni inaccettabili.
Nella risoluzione si sostiene che la strada della Seconda Guerra Mondiale è stata aperta dal patto di non aggressione tedesco-sovietico (Patto Molotov-Ribbentrop dell’agosto del 1939), senza citare, invece, il Patto di Monaco che, nel 1938, vide come protagonisti –oltre a Germania e Italia- anche Regno Unito e Francia, che consegnò di fatto la Cecoslovacchia alla Germania nazista. Né una parola è stata dedicata alla politica di non intervento nella Guerra
Civile spagnola sostenuta dal 1936, che naturalmente la Germania hitleriana e l’Italia fascista non rispettarono, il che permise l’instaurazione di un regime fascista in Spagna e il rafforzamento degli eserciti nazista e fascista.
Il documento prosegue invitando i Paesi membri a rifiutare attivamente ogni forma di totalitarismo, cosa sulla quale non possiamo che concordare, ma pone sullo stesso piano nazismo e comunismo.
Il quadro internazionale imposto dall’accordo di Yalta ha condizionato in diversi modi e gradi lo sviluppo democratico ed economico di molti Paesi. I cambiamenti geopolitici attuali permettono di criticare e denunciare i limiti di quell’accordo. Tuttavia, riteniamo questa equiparazione un’autentica sciocchezza dal punto di vista storico e una infamia se si pensa al contributo
enorme dei comunisti alla lotta di liberazione e alla costruzione di un’Europa democratica e solidale. Si può pensare quello che si vuole del socialismo realizzato, dei suoi errori e delle sue tragedie, ma non si può ignorare che ci sono differenti modi di coniugare l’ideologia comunista, e non la si può liquidare identificandola unicamente con lo stalinismo e i suoi derivati, di cui furono soprattutto i comunisti le vittime principali. Nella risoluzione, inoltre, è assente qualsiasi riferimento al ruolo dell’Unione Sovietica nella sconfitta del nazismo, dimenticando che ha avuto 22 milioni di morti nella Seconda Guerra mondiale e che è stata l’Armata Rossa a liberare Auschwitz e a conquistare Berlino. Lo scrittore americano Ernest Hemingway ebbe a
dire: “Ogni essere umano che ami la libertà deve più ringraziamenti alla Armata Rossa di quanti ne possa pronunciare in tutta la sua vita”.
Comunque, ed è la cosa che più ci importa come associazione di memoria storica, il comunismo è stato concepito da milioni di uomini e donne come un ideale di libertà e di giustizia sociale. Questo ideale ha nutrito le lotte per l’emancipazione nei Paesi di appartenenza e la partecipazione alla guerra di liberazione in tutta Europa e non solo.
Tra le sue conclusioni, il documento invita i Paesi membri a rimuovere ogni riferimento simbolico, oltre che al nazismo, al comunismo.
Ci chiediamo che cosa avverrà dei monumenti che, specialmente nell’Europa dell’Est, commemorano la resistenza al nazismo e celebrano le vittorie dell’Armata Rossa.

La questione non è di secondaria importanza se si pensa che stanno per iniziare lecommemorazioni dell’ottantesimo della Seconda Guerra Mondiale e che la Russia, che ha cessato di richiamarsi al comunismo da lungo tempo, è stata esclusa da queste celebrazioni.
Il documento contiene anche un accenno a minacce esterne non meglio precisate, il che fa sorgere alcune preoccupazioni sugli attuali equilibri del continente europeo, rispetto ai quali sarebbe auspicabile una maggiore prudenza al fine di scongiurare il pericolo di ulteriori guerre.
L’AICVAS, e con essa le associazioni europee che sottoscrivono questo comunicato, raccoglie l’eredità dei combattenti internazionalisti che accorsero in Spagna da 53 Paesi per difendere la
Repubblica e scongiurare il pericolo del fascismo, costituendo l’esempio più luminoso di solidarietà internazionale. E proprio in quanto associazione di memoria storica, ribadendo la propria condanna di ogni totalitarismo, dichiara il proprio disaccordo nei confronti della Risoluzione del Parlamento Europeo, il proprio stupore per l’evidente ignoranza storica, la propria indignazione per la cancellazione del ruolo degli antifascisti nella sconfitta del nazismo,
molti dei quali in Francia, in Belgio, in Italia, in Iugoslavia, in Lussemburgo e in altri Paesi erano reduci delle Brigate Internazionali.
La strumentalizzazione della memoria operata dal Parlamento Europeo senza alcun rigore storico ci preoccupa profondamente e ci interroghiamo legittimamente sui veri scopi di questa risoluzione confusa e contradittoria.
Oltretutto, nella risoluzione non appare cenno alcuno alla parola “Solidarietà”, fondamentale nella visione di una Europa unita e democratica.

Firmato

Italo Poma, presidente AICVAS (Associazione Italiana Combattenti Volontari Antifascisti di Spagna – Italia)

Claire Rol Tanguy, presidente ACER (Amis des Combattants en Espagne Républicaine – Francia)

Almudena Cros, presidente AABI (Asociación de Amigos de las Brigadas Internacionales – Spagna)

Amis des Brigades Internationales – Luxembourg – Lussemburgo

Amical de les Brigades Internacionals de Catalunya

 

Comunicado AICVAS

Associazione Italiana Combattenti Antifascisti di Spagna

El pasado 19 de septiembre, el Parlamento Europeo ha aprobado por mayoría (535 voti a favor, 66 en contra, 52 abstenciones) la Resolución común “Sobre la importancia de la memoria histórica europea para el futuro de Europa”.
Aicvas – Associazione Italiana Combattenti Antifascisti di Spagna- denuncia las muchas y graves inexactitudes contenidas en tal documento desde un punto de vista de memoria histórica, con omisiones y afirmaciones inaceptables.
En la Resolución se sostiene que el camino al estallido de la Segunda Guerra Mundial fue allanado por el Tratado de No Agresión germano-soviético (Patto Molotov-Ribbentrop de agosto de 1939), sin hacer ni la más mínima mención a los Acuerdos de Múnich que, en 1938, protagonizaron –además de Alemania e Italia- el Reino Unido y Francia, acuerdos mediante los cuales se entregó Checoslovaquia a la Alemania nazi.
Ni una sola palabra se le ha dedicado al Pacto de No Intervención en la Guerra Civil Española de 1936, pacto que, como sabemos, ni la Alemania hitleriana, ni la Italia fascista respetaron, lo cual permitió que se instaurara un régimen fascista en España y que se reforzaran los ejércitos nazi y fascista.
En el documento se pide que todos los países miembros rechacen activamente cualquier forma de totalitarismo, cuestión con lo que AICVAS concuerda. Empero, tal petición entraña una comparación del nazismo con el comunismo.
El cuadro internacional que impusieron los acuerdos tomados en la Conferencia de Yalta afectó de diferentes modos al desarrollo democrático y económico de muchos países. Los cambios geopolíticos actuales permiten criticar y denunciar los límites de aquellos acuerdos. Con todo, opinamos que esta comparación es un verdadero disparate desde el punto de vista histórico, amén de una infamia, si
pensamos en el enorme aporte de los comunistas a la lucha por la liberación y por la construcción de una Europa solidaria y solidaria. Se puede pensar lo que se quiera sobre el socialismo realizado, sobre sus errores y sus tragedias, pero lo no se puede eludir es que hay varios modos de conjugar la ideología
comunista, y que ésta no se puede enmarcar, ni delimitar identificándola solamente con el estalinismo y sus derivados, ya que éstos últimos sembraron entre sus víctimas, mayor, precisa y principalmente, a los
comunistas.
Tampoco consta en la Resolución ninguna referencia al papel desempeñado por la Unión Soviética en la derrota del nazismo, olvidando, entre otras cosas, que este país contó 22 millones de muertos en la Segunda Guerra Mundial y que fue el Ejército Rojo el que liberò Auschwitz y conquistó Berlín. El escritor
estadounidense Ernest Hemingway dijo: “Toda una vida no sera suficiente para agradecer lo que hizo el Ejército Rojo por la libertad!”.
A lo que nos queremos referir como asociación de memoria histórica es que el comunismo fue concebido por millones de hombres y mujeres como un ideal de libertad y de justicia social. Y este ideal ha alimentado las luchas por la emancipación que en sus países mantuvieron estos hombres y mujeres, y,
más en general, la guerra de liberación en toda Europa. Y no sólo en Europa.
Una de las conclusiones del documento es la petición a los Países miembros para que eliminen cualquier referencia simbólica, además que al nazismo, también al comunismo.
Nos preguntamos qué ocurrirá con los monumentos que, especialmente en Europa del Este, conmemoran la resistencia al nazismo y celebran las victorias del Ejército Rojo.

La cuestión no tiene una importancia secundaria, si tenemos en cuenta que están por comenzar las celebraciones de la Segunda Guerra Mundial y que Rusia, che hace ya tiempo cesó de remitirse al comunismo, ha quedado excluída de tales celebraciones.
El documento también contiene un atisbo a amenazas externas no muy bien definidas, lo cual produce alguna que otra preocupación por los actuales equilibrios del continente europeo, respecto a los cuales sería deseable una mayor prudencia, con el fin de impedir el peligro de nuevas guerras.
AICVAS, junto a las asociaciones europeas que firman el presente comunicado, es la asociación italiana que recoge la herencia de los combatientes internacionalistas que acudieron a España desde 53 países
para defender la República y evitar el peligro del fascismo, constituyendo el ejemplo más luminoso de solidaridad internacional. Y precisamente por ser una asociación de memoria histórica y confirmando firmemente su postura contra todo totalitarismo, expresa su completo desacuerdo respecto a la Resolución del Parlamento Europeo, su asombro por la evidente ignorancia histórica y su indignación por la total anulación del papel de los antifascistas en la derrota del nazismo, muchos de los cuales en Francia, Bélgica, Italia, Yugoslavia, Luxemburgo y otros países procedían de las Brigadas Internacionales.
La instrumentalización de la memoria realizada por el Parlamento Europeo sin ningún rigor histórico nos preocupa y nos lleva a preguntarnos sobre los verdaderos objetivos de esta resolución, tan confusa y contradictoria.
Además, en la resolución no aparece referencia a la palabra “Solidaridad”, fundamental para la percepción de una Europa unida y democrática.

Firmado

Italo Poma, presidente AICVAS (Associazione Italiana Combattenti Volontari Antifascisti di Spagna –
Italia)

Claire Rol Tanguy, presidenta ACER (Amis des Combattants en Espagne Républicaine – Francia)

Almudena Cros, presidenta AABI (Asociación de Amigos de las Brigadas Internacionales – España)

ABI-L (Amis des Brigades Internationales – Luxembourg – Luxemburgo)

Amical de les Brigades Internacionals de Catalunya

comienzo del artículo


AICVAS

Associazione Italiana Combattenti Antifascisti di Spagna Communiqué sur la Resolution du Parlement Européen

Le 19 septembre 2019, le Parlement européen a approuvé à la majorité (535 voix pour, 66 contre et 52 abstentions) la résolution commune “Sur l’importance de la mémoire historique européenne pour l’avenir de l’Europe”.
Aicvas – Associazione Italiana Combattenti Antifascisti di Spagna- dénonce les nombreuses inexactitudes graves contenues dans un tel document du point de vue de la mémoire historique, avec des omissions et des déclarations inacceptables.
La résolution affirme que le traité de non-agression germano-soviétique (Pacte Molotov-Ribbentrop d’août 1939) a ouvert la voie au déclenchement de la Seconde Guerre mondiale, sans faire la moindre mention des accords de Munich, conclus en 1938 par le Royaume-Uni, la France, l’Allemagne et l’Italie, suite
auxquels la Tchécoslovaquie a été livrée à l’Allemagne nazie.
Pas un mot n’a été dédié au pacte de non-intervention dans la guerre d’Espagne de 1936, pacte qui, on le sait, ni l’Allemagne hitlérienne ni l’Italie fasciste ont respecté, ce qui a permis l’instauration du régime franquiste en Espagne et que les armées nazies et fascistes soient renforcées.
Le document demande à tous les pays membres de rejeter activement toute forme de totalitarisme, et l’AICVAS est d’accord avec ceci. Cependant, ladite pétition contient une comparaison du nazisme avec le communisme.
Le cadre international imposé par les accords conclus à la Conférence de Yalta a eu des effets différents sur le développement démocratique et économique de nombreux pays. Les changements géopolitiques actuels permettent de critiquer et de dénoncer les limites de ces accords. Néanmoins, nous pensons que cette comparaison est un véritable non-sens du point de vue historique, en plus d’une infamie, si l’on pense à l’énorme contribution des communistes à la lutte pour la libération et à la construction d’une Europe démocratique et solidaire. L’on peut penser ce que l’on veut du socialisme dit réel, de ses erreurs et de ses tragédies, mais l’on ne peut pas omettre qu’il existe plusieurs moyens de conjuguer l’idéologie communiste et que celle-ci ne peut être encadrée, ni délimitée en l’identifiant uniquement au stalinisme et ses dérivés, dont les victimes furent principalement les communistes.
La résolution ne mentionne pas non plus le rôle joué par l’Union soviétique dans la défaite du nazisme, oubliant entre autres que ce pays a compté 22 millions de morts pendant la Seconde Guerre mondiale et
que c’est l’armée rouge qui a libéré Auschwitz et conquis Berlin. L’écrivain américain Ernest Hemingway a déclaré : “Une vie entière ne sera pas suffisante pour remercier l’armée rouge de ce qu’elle a fait pour la
liberté !”
Ce qui nous importe le plus en tant qu’association de mémoire historique, c’est que le communisme a été conçu par des millions d’hommes et de femmes comme un idéal de liberté et de justice sociale. Et cet idéal a alimenté les luttes d’émancipation que ces hommes et ces femmes ont menées dans leurs pays
et, plus généralement, à travers l’Europe et au-delà.
L’une des conclusions du document est la demande faite aux pays membres d’éliminer toute référence symbolique, en plus du nazisme, également du communisme.
Nous nous demandons ce qui va arriver aux monuments qui, en particulier en Europe orientale, commémorent la résistance au nazisme et célèbrent les victoires de l’Armée rouge.
La question n’a pas une importance secondaire si l’on tient compte du fait que les célébrations de la Seconde Guerre mondiale sont sur le point de commencer et que la Russie, qui a depuis longtemps cessé de faire référence au communisme, en a été exclue.

Le document contient également un aperçu des menaces extérieures mal définies, ce qui soulève certaines inquiétudes quant aux équilibres actuels du continent européen, pour lesquels une plus grande prudence serait souhaitable afin d’éviter le danger de nouvelles guerres.
L’AICVAS est l’association italienne qui rassemble l’héritage de combattant-e-s internationalistes allé-e-s de 53 pays en Espagne pour défendre la République et entraver le danger du fascisme, ce qui constitue l’exemple le plus lumineux de la solidarité internationale. Et justement parce qu’il s’agit d’une association de mémoire historique et soulignant fermement sa position contre tout totalitarisme, elle exprime son désaccord total sur la résolution du Parlement européen, son étonnement devant l’ignorance historique
évidente et son indignation face à l’effacement du rôle joué dans la défaite du nazisme par des antifascistes, dont beaucoup, en France, en Belgique, en Italie, en Yougoslavie, au Luxembourg et dans d’autres pays, provenaient des Brigades Internationales. L’instrumentalisation de la mémoire de notre continent en dehors de toute rigueur historique par le Parlement européen nous inquiète profondément et nous interroge légitimement sur les véritables buts
de cette résolution confuse et contradictoire”.
En plus il y a aucune référence au mot “Solidarité”, essentiel pour renforcer une Europe unifiée e démocratique.

Signé

Italo Poma, président AICVAS (Associazione Italiana Combattenti Volontari Antifascisti di Spagna – Italie)

Claire Rol Tanguy, présidente ACER (Amis des Combattants en Espagne Républicaine – France)

Almudena Cros, présidente AABI (Asociación de Amigos de las Brigadas Internacionales – Espagne)

ABI-L (Amis des Brigades Internationales – Luxembourg)

Amical de les Brigades Internacionals de Catalunya

début de l’article