La Associazione Amici delle Brigate Internazionali assieme alla Gioventù Socialista, alla Gioventù Comunista ed al Foro por la Memoria di Guadalajara ha celebrato a Madrid il 15 settembre, davanti alla tomba scoperta di recente presso il Cimitero Municipale, un omaggio a Fernando De Rosa, antifascista italiano caduto in difesa della Repubblica e della democrazia in Spagna. Alla cerimonia ha presenziato anche il Primo Segretario dell’Ambasciata d’Italia in Spagna, un riconoscimento ufficiale che ha fornito un indubbio aspetto istituzionale all’atto e che certamente apprezziamo.
Fernando De Rosa era nato il 7 ottobre 1908 a Milano. La famiglia si era trasferita a Torino quando Fernando aveva cinque anni. Inizialmente era stato attratto dalla retorica nazionalista ma se ne era distaccato ben presto dopo la strage di Torino del 1922 (quando le squadre fasciste guidate da Piero Brandimarte uccisero 14 persone e ne ferirono 26). Iniziò a frequentare ambienti antifascisti e partecipò all’attività del gruppo di studenti della Facoltà di Legge dell’Università di Torino cui appartenevano anche personalità come Ludovico Geymonat, Massimo Mila, Giancarlo Pajetta, Aldo Garosci. Aderì al partito socialista. Ricercato, nel ’28 fu costretto ad emigrare clandestinamente in Francia con la polizia sulle sue tracce. Nel 1929 a Bruxelles effettuò un attentato dimostrativo contro Umberto di Savoia e venne condannato a cinque anni di carcere, poi ridotti della metà. Si trasferì in Spagna alla fine del ’32. Divenne capo delle milizie socialiste a Madrid, dove partecipò a scontri con le squadre falangiste, subendo anche un arresto in occasione dello sciopero rivoluzionario del ‘34. Faceva parte della Agrupación Socialista del quartiere della Prosperidad, a Madrid. Allo scoppio della insurrezione franchista, divenne comandante del battaglione Octubre. Cadde il 16 settembre 1936 a Cabeza Lìjar, sulla sierra del Guadarrama, nella battaglia per la conquista del villaggio di Peguerinos.
Nel corso della cerimonia, Andrés Chamorro in rappresentanza dell’AABI ha spiegato brevemente come è stata ritrovata la tomba di De Rosa. L’Associazione è venuta tra l’altro a sapere che nel 1961, una donna rimasta sconosciuta ma che aveva dichiarato di chiamarsi Emilia Salina de Scarabello, si era preoccupata che la salma di De Rosa avesse una tomba dignitosa e aveva pagato i diritti cimiteriali per 99 anni. Per coincidenza, la tomba si trova dietro quella che ospita Luis Jiménez de Asúa, il penultimo presidente della Repubblica in esilio. Carmen Guitérrez, a nome della Gioventù Socialista di Madrid, ha dedicato alcune parole all’impegno ed all’opera di valorizzazione della memoria antifascista, impegno che resta in Spagna prioritario. Irene Lallana, in rappresentanza della Gioventù Comunista di Madrid, ha sottolineato la necessità di recuperare l’essenza della lotta per la democrazia e contro il fascismo, che rimane un mostro che minaccia tutte le conquiste sociali. Infine, Pedro García Bilbao, presidente del Foro per la Memoria di Guadalajara, ha chiuso con un discorso emozionante auspicando uno Stato spagnolo in grado cercare le proprie radici storiche nell’esperienza dei precedenti governi democratici, liberandosi dai fili che lo legano alla dittatura franchista. Ha anche messo in evidenza gli stretti rapporti che esistono tra la provincia di Guadalajara ed i volontari antifascisti italiani, che in quella provincia hanno combattuto tante battaglie.
L’atto si è concluso con il canto dell’Internazionale, e riaffermando i legami di unione e impegno per il riconoscimento di coloro che hanno combattuto e sono morti per la libertà in Spagna. L’AICVAS esprime grande soddisfazione e compiacimento all’AABI ed al Foro por la Memoria per questa iniziativa che ha visto la presenza dell’Ambasciata italiana ed ha portato al ritrovamento del luogo di sepoltura per molti anni dimenticato e trascurato, di un uomo che ha lottato per i valori che stanno alla base della nostra Costituzione.
Marco Puppini