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Il volume racconta i settantasette anni che vanno dal 1898 al 1975, in cui la Spagna si svegliò da un sonno millenario, con la presa di coscienza delle classi più emarginate. Si trattò di un periodo turbolento, che vide la perdita delle ultime vestigia di un impero immenso, le guerre marocchine, l’avvento della seconda Repubblica, l’emergere di figure culturali di assoluto valore mondiale, il tentativo riuscito di generali faziosi di abbattere le prime conquiste sociali ottenute dal popolo spagnolo, la guerra, la natura della quale una corrente di pensiero ha ora modificato da “civile” in “incivile”, a causa delle violenze e brutalità perpetrate dalle due parti in lotta e dall’inumana repressione compiuta dai vincitori nel dopoguerra. Una storia tanto appassionata che si arricchisce continuamente di nuovi aspetti e nuove rivelazioni, cui l’autore propone il suo contributo teso a far conoscere nel suo insieme le vicende che hanno portato la Spagna a essere libera e democratica, anche se le ferite dell’incivile guerra non si sono completamente sanate, in larga parte per la resistenza opposta dagli eredi di uno dei più feroci dittatori che la storia umana ricordi: Francisco Franco Bahamonde.

Anello Poma nasce il 27 luglio 1914 a Biella. Operaio attaccafili, abbraccia l’idea comunista. Arruolatosi come volontario nelle brigate internazionali in Spagna, prende parte a vari combattimenti ed è ferito due volte. In seguito alla vittoria delle truppe franchiste viene internato in campi di concentramento francesi e successivamente, rimpatriato, è condannato al confino. Inviato a Ventotene, viene liberato alla fine di agosto 1943, in seguito alla caduta del fascismo.

Tra i principali promotori della Resistenza nel Biellese, raggiunge il grado di commissario politico del Comando zona.

Nel dopoguerra è impegnato nell’attività politica e sindacale: consigliere comunale a Biella (e per un certo periodo anche assessore), segretario della Federazione comunista di Vercelli, vicesegretario di quella biellese e valsesiana, membro della commissione nazionale di organizzazione del Pci, direttore del settimanale Vita nuova, segretario della Camera del lavoro di Biella e membro della segreteria regionale del Pci.

In seguito è attivo nelle associazioni antifasciste, partigiane e degli ex garibaldini di Spagna e scrive – con Gianni Perona – uno dei testi fondamentali sulla Resistenza biellese.

È per vent’anni presidente del comitato provinciale dell’Anpi di Biella e inoltre dirigente nazionale della stessa associazione, dell’Anppia e dell’Aicvas.

Dal 1974 al 1989 è consigliere scientifico dell’Istituto e per parecchi anni collabora a “l’impegno”, rivista dell’Istituto.

Muore a Nervi il 18 dicembre 2001.

Pietro Ramella, laureato in Economia presso l’Università di Torino, è stato funzionario di un istituto di credito fino al collocamento in quiescenza a fine giugno 1991. Nell’ottobre dello stesso anno si è iscritto alla Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Pavia, dove si è laureato nel giugno 1995, discutendo una tesi sulla guerra di Spagna. Collaboratore di riviste di indirizzo antifascista, ha curato il diario della guerra di Spagna di Aldo Morandi pubblicato nel 2002 da Mursia con il titolo In nome della Libertà. Ha inoltre pubblicato La Retirada. L’odissea di 500.000 repubblicani spagnoli esuli dopo la fine della guerra civile (1939/1945), edito da Lampi di Stampa, Milano, nel 2003; Francesco Fausto Nitti. L’uomo che beffò Hitler e Mussolini e Dalla Despedida alla Resistenza. Il ritorno dei volontari antifascisti dalla guerra di Spagna e la loro partecipazione alla lotta di liberazione, editi da Aracne, Roma, rispettivamente nel 2007 e nel 2012.
Collabora da anni con l’impegno, rivista dell’Istituto, nella quale ha pubblicato numerosi saggi, in gran parte su temi legati alla guerra civile spagnola.

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