Santiago Carrillo è morto a Madrid dopo una breve malattia che negli ultimi mesi lo aveva costretto a continui ricoveri e dimissioni dall’ospedale.
Con lui se ne va una delle figure più emblematiche del ‘900.
Lo avevamo incontrato di recente in Spagna nell’ottobre del 2011 in occasione del 75° anniversario dell’inizio della rivolta fascista capeggiata da Franco contro la Repubblica Spagnola, il giorno dell’inaugurazione del monumento alle Brigate Internazionali presso l’Università Complutense di Madrid. C’era anche lui, e mentre si svolgeva la cerimonia, ci ha ricordato alcuni episodi della difesa di Madrid.
La sua presenza all’inaugurazione, insieme con quella del poeta e prigioniero politico Marcos Ana, fu una delle più significative. Carrillo partecipò alla difesa della Repubblica con importanti incarichi nonostante la sua giovane età. A soli 13 anni si iscrisse infatti alla gioventù socialista; nel 1934, a 19 anni, partecipò alla rivolta delle Asturie; fu arrestato più volte e durante la guerra civile gli fu affidata la responsabilità dell’ordine pubblico a Madrid.
Divenne segretario del PCE alla morte di Dolores Ibarruri, e rientrò in Spagna dopo un lungo esilio dopo la morte di Franco.
Fu uno degli artefici della transizione, fase di cui ancora oggi si discute, poiché Carrillo rinunciò alla resa dei conti con l’obbrobrioso passato della guerra, con la repressione e l’esilio. Carrillo firmò coi vincitori della guerra e gli amministratori della dittatura un patto che includeva la rinuncia a usare politicamente il passato per rendere possibile la democrazia, tradendo così, in nome di una presunta o reale pacificazione, gli ideali di tutta una vita.
Durante il golpe del febbraio 1981 alla camera dei deputati, Carrillo si rifiutò di obbedire all’ordine di sdraiarsi al suolo impartito dal golpista Tejero, e, come descrive stupendamente Javier Cercas nel suo recente libro Anatomia di un istante, egli rimase “seduto mentre le pallottole crivellavano soffitto e pareti dell’emiciclo e i suoi compagni cercavano riparo sotto gli scranni”. E aggiunge, poco più avanti: “L’inquadratura della telecamera si sposta e l’immagine mostra Santiago Carrillo nel mezzo della desolazione degli scranni vuoti,vecchio, disobbediente e intento a fumare, seduto da solo nell’ala sinistra dell’emiciclo”.
Così ci piace ricordare questo combattente per la libertà.
Adiós compañero Carrillo.