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Sono ormai passati ottant’anni da quando, il 17 luglio 1936, un gruppo di generali ha tentato di rovesciare con un colpo di stato il governo, regolarmente eletto, della repubblica spagnola. I golpisti potevano contare sull’appoggio di forze e gruppi simpatizzanti per il fascismo italiano ed il nazismo tedesco, e sui finanziamenti di potenti uomini d’affari. In Spagna i governi della seconda repubblica, nata nel 1931 dopo otto anni di dittatura sostenuta dalla monarchia e decenni di democrazia manipolata dalle classi dirigenti, avevano avviato una politica di coraggiose riforme. Era stata varata una costituzione e prese misure che riducevano i forti privilegi del clero, garantivano alla Catalogna (e poi anche ai Paesi Baschi) uno statuto di autonomia, riducevano l’influenza degli ufficiali nell’esercito, tentavano, sia pure con difficoltà, di avviare una riforma agraria, ed infine davano per la prima volta nella storia della Spagna il diritto di voto alle donne. Nel 1933 le forze conservatrici, che mostravano spesso simpatie verso fascismo e nazismo, avevano vinto le elezioni politiche bloccando il movimento di riforma. Ma due anni dopo, nel febbraio 1936, avevano nuovamente vinto i partiti operai e repubblicani stretti da un patto di fronte popolare, le riforme erano riprese. Il colpo di stato militare organizzato nel luglio del 1936 per bloccare questo processo innovatore era in buona parte fallito, la repubblica aveva dimostrato di avere le forze sufficienti per contenerlo. Le milizie operaie ed i militari rimasti fedeli alla repubblica avevano vinto nelle maggiori città spagnole (Madrid, Barcellona, Valencia) e nelle regioni industriali. Solo l’aiuto dato da Hitler e Mussolini ai golpisti, tra i quali il generale Franco andava assumendo un ruolo centrale, aveva dato ai militari la possibilità di riprendere l’iniziativa ed aveva trasformato un colpo di stato in una vera guerra che vedeva in vario modo coinvolte le maggiori potenze europee dell’epoca. Una guerra che anticipava e prefigurava quella mondiale, scoppiata alcuni mesi dopo la fine di quella spagnola, dal punto di vista militare ma anche in parte di schieramenti internazionali.
L’Europa stava allora conoscendo l’affermazione di partiti e forze della destra estrema e totalitaria, il fascismo in Italia, il nazismo in Germania, in Portogallo il regime di Salazar, in Polonia ed Ungheria erano al potere governi militari ed autoritari, come in Grecia. Persino in Francia le potenti leghe fasciste… (continua)

Di admin