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Sab. Dic 21st, 2024
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Ricorrono quest’anno due anniversari importanti nella storia millenaria della Spagna, due avvenimenti che ne mutarono profondamente la struttura sociopolitica e la proiettarono dal Medioevo nella modernità: la proclamazione della Repubblica (la niña bonita) dopo le elezioni amministrative del 16 febbraio 1931, vinte dai partiti di tendenza repubblicana, che indussero il re Alfonso XIII a lasciare la Spagna per l’esilio; l’inizio della guerra civile il 17 luglio 1936, con la rivolta dei generali a seguito della vittoria del Frente Popular alle elezioni politiche del 16 febbraio dello stesso anno.
Sono trascorsi rispettivamente settantacinque e settanta anni dai due avvenimenti sopra ricordati e vorrei in quest’occasione formulare un’ipotesi su come avrebbe potuto evolversi la Storia se le parti in causa avessero assunto un atteggiamento più deciso nei confronti di quelli che potremmo chiamare i cobelligeranti della parte avversa: il governo repubblicano spagnolo durante la guerra civile, verso la Germania e l’Italia, dichiarate sostenitrici dell’Alzamiento; il governo sovietico durante la seconda guerra mondiale, verso il governo franchista, per il sostegno dato all’aggressione nazista dell’Urss.
L’appoggio delle dittature nazifasciste alle forze reazionarie fu sempre palese e si dimostrò determinante per la loro vittoria. Il governo di Mussolini intervenne massicciamente nel conflitto con l’invio di 78.848 uomini inquadrati nel Corpo truppe volontarie, impiegato al Sud (conquista di Malaga), al Centro (sconfitta di Guadalajara) e al Nord (conquista di Santander e della Catalogna.
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Di admin